L' Invasione Degli Ultracorpi

sabato, luglio 28, 2012 | , , | Bookmark and Share

L' Invasione Degli Ultracorpi

L' Invasione Degli Ultracorpi

Dettaglio di L' Invasione Degli Ultracorpi

Attore : Kevin Mccarthy
Regista : Don Siegel
Editore : Sinister Film
Durata : 80 Minuti

L' Invasione Degli Ultracorpi recensioni da clienti

Recensione : L' Invasione Degli Ultracorpi super-classico della fantascienza anni '50..un incubo lucido e terribile, rappresentazione di un'angoscia collettiva, terrore della spersonalizzazione, della massificazione, paura dell'altro..e in fondo, la paura che perdendo la nostra dimensione più irrazionale e vulnerabile, legata alle nostre emozioni, perderemmo la nostra parte più preziosa..l'alieno diviene così il simbolo ambiguo di tutto quanto -spesso offrendo in cambio l'utopia di un mondo migliore- insidia la radicale libertà di essere se stessi..ritmo avvincente e vortice di inquietanti suggestioni fino a un finale che purtroppo la produzione volle rassicurante..

Recensione : L' Invasione Degli Ultracorpi Tratto da un romanzo di Jack Finney, "L'invasione degli ultracorpi" ("Invasion of the Body Snatchers") diretto nel 1956 da Don Siegel è, per Goffredo Fofi, forse il miglior film di fantascienza degli anni '50. Anche Siegel lo considerava la sua opera più riuscita. In una tranquilla cittadina della California molte persone si lamentano perché non riconoscono più amici e parenti, che hanno preso a comportarsi stranamente. Come capisce ben presto il dottor Miles Bennel (Kevin McCarthy) non è solo paranoia: si tratta davvero di persone sostituite, è in atto una subdola e genocida invasione aliena attuata per mezzo di enormi baccelli dai quali sorgono copie esatte delle persone da sostituire (gli originali fanno un brutta fine). Mentre il numero degli alieni in fattezze umane aumenta, Bennel cerca invano di contrastare gli extraterrestri. Poi, rimasto l'unico ancora umano, fugge disperato, mentre camion carichi di baccelli sciamano per tutta l'America. Ci sarà un lieto fine, ma talmente casuale e incongruente con la storia (infatti fu imposto dalla produzione), da non cancellare la sensazione di inquietudine che il film trasmette. A disturbare è la descrizione del mutamento della cittadina, solare e felicemente banale come ne abbiamo viste mille nel cinema Usa, in un luogo alieno, per il comportamento legnoso e innaturale dei replicanti. E il fatto che i replicanti assicurino che la loro condizione, simile a quella degli insetti sociali, assicura completa felicità. Potrebbero aver ragione. Metafora di un dubbio esistenziale fondamentale, il film è stato interpretato come parabola sia anticomunista che antimaccartista. Interpretazioni limitate, perché legate a un preciso contesto storico, di un'opera che, anche per la pluralità di spiegazioni possibili, è un capolavoro. Se ne registrano tre remake di valore degradante.