Il Corvo

giovedì, agosto 18, 2011 | , , | Bookmark and Share

Il Corvo

Il Corvo

Description Il Corvo

Il 30 ottobre, in una città americana del duemila, è la notte del Diavolo: bande di teppisti incendiari percorrono i quartieri, ed una di queste penetra nell'appartamento di Eric Draven, che il giorno dopo deve sposare la fidanzata Shelly. I teppisti gettano lui dalla finestra e violentano e malmenano la donna, che muore all'ospedale dopo dolorosa agonia. Solo Albrecht, un poliziotto di colore, le è vicino, ma i suoi tentativi d'indagini vengono paradossalmente intralciati da una ambigua figura di commissario. Intanto un misterioso corvo vola sulla tomba di Eric, che risorge per mettere in atto, guidato dall'uccello, la sua vendetta. Tornato nella sua abitazione, Eric vive gli istanti della sua morte e della violenza a Shelly, quindi si trucca come Pierrot, si veste di nero ed inizia a vendicarsi uccidendo il primo teppista, il nero Tin Tin. Poi va a Gideon, il ricettatore, a recuperare l'anello di fidanzamento, da fuoco al negozio di Gideon, il quale avvisa Top Dollar il boss della mala locale, anima nera della città, eroinomane e di costumi depravati, che lo uccide e convoca una riunione, alla quale assiste l'unico superstite della gang. Eric, che frattanto ha liberato la prostituta Daala dalla schiavitù della droga, ed ha eliminato tutti i banditi tranne uno, si presenta a chiedere l'ultima vittima e fa una strage, alla quale scampano il boss, la donna ed un aiutante di colore. Ma la donna suggerisce di uccidere il corvo, che accompagna sempre Eric, per privarlo dei suoi poteri paranormali. Così egli diviene vulnerabile e solo l'intervento di Albrecht fa si che i tre vengano sgominati. Prima di rientrare nel regno dei morti, Eric fa provare al boss tutte le pene che colui e Shelley hanno subito imponendogli le mani. Quindi rientra nel regno delle ombre.

Video di Il Corvo

Recensioni Il Corvo da Utente

Recensione : Il Corvo (DVD) Una vecchia leggenda narra che, quando accade qualcosa di troppo triste ed ingiusto, i corvi possano far tornare un'anima dall'aldilà il tempo necessario perché questa possa fare giustizia e mettere le cose a posto. La notte del 31 ottobre, un corvo riporta in vita il chitarrista Eric Draven (Brandon Lee), esattamente un anno dopo che lui e la sua fidanzata Shelly erano stati uccisi da dei balordi (T-Bird, Skank, Funboy e Tin Tin) poco prima del loro matrimonio. Guidato dal corvo, truccato alla Pierrot, ed invulnerabile alle ferite, Eric affronta ed uccide uno alla volta tutti i suoi aguzzini. Trova anche il tempo per donare un po' di serenità al poliziotto Albrecht (Ernie Hudson), l'unico che aveva seriamente cercato di far luce sull'omicidio suo e di Shelly, e alla piccola amica Sarah (Rochelle Davis), alle prese con una madre eroinomane, nonché amante proprio di uno degli aguzzini di Eric. Alla fine, con l'aiuto della ragazzina e dello sbirro, Eric affronterà il vero mandante del suo omicidio, lo spietato boss Top Dollar (Michael Wincott), del quale Shelly stava intralciando le speculazioni edilizie: uno psicopatico che tiene la città in pugno e la polizia sul libro paga, e che pianifica di bruciare l'intera metropoli in occasione della notte di Halloween. Prima ancora che uscisse nelle sale, nel 1994, Il Corvo era già un cult per via della prematura scomparsa di Brandon Lee, morto tragicamente sul set e 'resuscitato' dalla computer grafica per completare alcune scene (furono utilizzati anche Chad Stahelski e Jeff Cadiente, stuntmen amici di Brandon). Ma Il Corvo aveva fama di opera 'maledetta' fin dalle sue radici fumettistiche. L'autore, James O'Barr, s'arruola nei marines in seguito alla morte improvvisa d'una persona cara. Mentre si trova sotto le armi in Germania, inizia a progettare un fumetto ispirato alla cultura dark, alla musica dei Cure e dei Joy Division, e ad un fatto di cronaca: una coppietta rapinata ed uccisa per un anello da trenta dollari. Nel corso degli anni '80 il fumetto trova un editore, la Caliber Press, che però si trova in cattive acque e l'ultimo capitolo rischia di rimanere inedito. Nel '90 viene completamente ristampato e portato a termine da un'altra casa editrice, la Tundra (cresciuta grazie alla popolarità delle Tartarughe Ninja, a quei tempi sulla cresta dell'onda). Nel '93 la Kitchen Sink riunisce il tutto in un volume unico con materiale inedito. Ed arriviamo quindi al film. Tornando alla morte di Brandon, si fecero parecchie ipotesi. C'è chi parlò di una maledizione, dato che anche suo padre, il grande Bruce (il re del kung-fu), morì prematuramente. Altri pensarono ad un omicidio, dato che Brandon aveva preferito lavorare negli U.S.A. anziché ad Hong Kong, dove l'industria del cinema è in mano alla mafia. In realtà si trattò d'una disgrazia. Durate le prove, il bossolo d'un colpo sparato a salve rimase incastrato nella canna della pistola e, quando la scena fu girata, un secondo colpo lo sparò come una vera pallottola. Il triste destino di Brandon e quello del suo personaggio, realtà e fantasia, si sovrappongono e Il Corvo diventa un cult assoluto per una generazione di ragazzi cresciuta in un'epoca dove la cultura dark (depressione, cupezza e romanticismo) è terribilmente di moda. Molti detrattori sostengono che senza la risonanza mediatica data dalla morte di Lee, il film sarebbe passato inosservato: in fondo, l'esordiente Alex Proyas (noto anche per Io, Robot con Will Smith), non ha girato altro che un videoclippone dalla trama banalissima e dal maledettismo costruito a tavolino. E questo, in un certo senso, è verissimo. Eppure' eppure siamo di fronte ad uno di quei casi dove quelli che dovrebbero essere dei difetti funzionano lo stesso a meraviglia, e il film esercita un fascino tutto suo anche su chi dark o metallaro non è. Innanzitutto va chiarito che, al di là della sua morte, Brandon Lee sarebbe stato comunque ricordato per la sua convincente e carismatica interpretazione. E gli altri attori non sono da meno, dal compassato Hudson (meglio noto come Winston in Ghostbusters) alla piccola Davis (peccato che crescendo non sia divenuta una star), per non parlare del villain Michael Wincott, che già s'era fatto notare nei panni di Sir Guy di Gisborne in Robin Hood Principe dei Ladri, e che qui si conferma uno splendido supercattivo: delirante, sopra le righe, ma con un che di malinconico da poeta romantico. Per quanto riguarda il maledettismo fasullo per adolescenti, bisogna dire che alcune battute, prese in sé e per sé, suonano banali e adatte per essere scritte sul diario di scuola. Tuttavia, inserite nel contesto del film, diventano memorabili. Come scordare infatti frasi tipo 'Non può piovere per sempre', con cui Eric si rivela a Sara, o 'Vittime: non lo siamo tutti?' messa in bocca ad un mesto Top Dollar, per non parlare di 'Madre è il secondo nome di Dio sulla bocca e nei cuori di tutti noi', quando Eric convince la madre di Sarah a smettere di drogarsi, o ancora 'Credimi, nulla è insignificante', pronunciata da Eric che, parlando con Albrecht, ricorda la sua amata. Menzione speciale per 'Sbalordito rimase il diavolo quando comprese quanto osceno fosse il bene', una citazione dal Paradiso Perduto di John Milton, letta a Shelly da uno dei suoi assassini. E l'estetica da videoclip? Beh, diciamo che se tutti i videoclip fossero così curati e suggestivi, non potrebbero che essere opere d'arte. Ammettiamolo: Il Corvo è il Batman che abbiamo sempre sognato, con una Detroit degradata, quasi esclusivamente notturna e piovosa (da far sembrare Sin City il villaggio dei puffi), e con le atmosfere gotiche e quelle underground che si amalgamano alla perfezione e spinte ai massimi livelli. Peccato che, dopo il bellissimo e sottovalutato Dark City, Proyas non abbia più realizzato opere dark-fantastiche. Arriviamo infine all'ultima accusa: l'eccessiva essenzialità della trama. A volte una trama banale, simile ad infinite altre, si rivela un vantaggio, poiché rende la storia universale. Eric Draven (geniale il cognome che suona come 'The Raven') è un chitarrista metallaro, ma anche bravo ragazzo, innamorato e fiducioso nel futuro, che, dopo la sofferenza subita, si trasforma non in un sadico vendicatore come nel fumetto, ma in un angelo della morte ancora in grado di distinguere il Bene dal Male, e che quando uccide lo fa in maniera meno sadica e compiaciuta rispetto alla pagina disegnata (il che rende la pellicola più politically correct ed accessibile al vasto pubblico). Eric è l'essenza dell'eroe vendicatore: come il Conte di Montecristo, come lo straniero senza nome dei film western, e come mille altri esempi. È il castigo per quei malvagi senza ombra di redenzione, ma anche il paladino e la speranza dei giusti. È quella giustizia che, pur avendo il sapore della vendetta, riesce ad essere pura. Il richiamo a quell'eroe che tutti abbiamo dentro, che forse non tireremo mai fuori, ma che sentiamo gridare di fronte all'ingiustizia. E, al tempo stesso, è quella luce nell'oscurità, la speranza di un giorno senza pioggia. C'è una vita oltre la morte, e anche se dell'aldilà non ci viene detto nulla, si può continuare a vivere nel cuore di chi non ci dimentica. 'Le case bruciano. Le persone muoiono. Il vero amore è per sempre'. PS: Ho volutamente sorvolato sui seguiti cinematografici: un capitolo 2 appena mediocre, e un 3 e un 4 tanto scarsi da uscire direttamente in home video. Esiste anche una serie tv in 22 episodi 'The Crow: Stairway to Heaven' (1998) che dai noi è circolata a tarda notte su Rai 2.